Allarme ipertensione in Italia e nel mondo

L’ipertensione è una condizione che colpisce circa 1,13 miliardi di persone nel mondo, causando ogni anno 10 milioni di morti per malattie cardiovascolari. Si tratta di una pressione sanguigna troppo alta, che danneggia i vasi e gli organi vitali, aumentando il rischio di infarto, ictus, insufficienza renale e demenza.

L’OMS ha lanciato un piano globale per ridurre l’ipertensione e prevenire le sue conseguenze, basato su quattro pilastri:

L’obiettivo è di raggiungere entro il 2025 il 50% di copertura sanitaria universale per l’ipertensione e di ridurre del 25% la prevalenza di ipertensione non controllata.

I dati in Italia sul rapporto tra ipertensione e giovani è preoccupante.

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Prevenzione

La prevenzione dell’ipertensione si basa su uno stile di vita sano, che comprende:

  • una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, noci e semi, e povera di sale, zuccheri, grassi saturi e trans;
  • una moderata attività fisica, almeno 150 minuti a settimana, che aiuta a mantenere il peso forma, a rafforzare il cuore e a ridurre lo stress;
  • l’astensione dal fumo e dall’abuso di alcol, che sono fattori di rischio per l’ipertensione e le malattie cardiovascolari;
  • il monitoraggio regolare della pressione sanguigna, almeno una volta all’anno, per individuare eventuali anomalie e intervenire tempestivamente.

Diagnosi

La diagnosi di ipertensione si basa sulla misurazione della pressione sanguigna, che si esprime con due valori: la pressione sistolica, che indica la forza con cui il sangue viene spinto dal cuore verso le arterie, e la pressione diastolica, che indica la resistenza delle arterie quando il cuore si rilassa.

I valori normali di pressione sanguigna (in media, poi l’età ed altri fattori influiscono) sono compresi tra 120/80 e 129/84 mmHg, mentre si parla di ipertensione quando la pressione sistolica è uguale o superiore a 140 mmHg e/o la pressione diastolica è uguale o superiore a 90 mmHg.

La diagnosi di ipertensione deve essere confermata da almeno due misurazioni separate, effettuate in condizioni di riposo, con un apparecchio affidabile e calibrato, e seguendo le raccomandazioni dell’OMS. Inoltre, è importante escludere altre cause di ipertensione secondaria, come malattie renali, endocrine, neurologiche o farmacologiche.

Trattamento

Il trattamento dell’ipertensione si basa su due componenti: la terapia farmacologica e la terapia non farmacologica.

La terapia farmacologica consiste nell’assunzione di uno o più farmaci antiipertensivi, che agiscono in modi diversi per abbassare la pressione sanguigna. I principali gruppi di farmaci antiipertensivi sono: i diuretici, che aumentano l’eliminazione di acqua e sodio; i calcio-antagonisti, che rilassano le pareti delle arterie; gli ACE-inibitori e gli ARB, che bloccano l’azione di un ormone che provoca la costrizione delle arterie; i beta-bloccanti, che riducono la frequenza e la forza cardiaca; e gli alfa-bloccanti, che inibiscono i recettori che causano la contrazione delle arterie.

La scelta del farmaco antiipertensivo dipende da diversi fattori, come l’età, il sesso, la razza, le condizioni cliniche, le controindicazioni e le preferenze del paziente. In generale, si inizia con un solo farmaco, a basso dosaggio, e si aumenta gradualmente fino a raggiungere il valore target di pressione sanguigna, che è inferiore a 140/90 mmHg per la maggior parte dei pazienti, e inferiore a 130/80 mmHg per i pazienti ad alto rischio, come quelli con diabete, malattia renale cronica o malattia cardiovascolare. Se il farmaco iniziale non è sufficiente o non è tollerato, si può aggiungere un secondo o un terzo farmaco, appartenente a un gruppo diverso, per ottenere un effetto sinergico.

La terapia non farmacologica consiste nel modificare lo stile di vita, seguendo le stesse indicazioni per la prevenzione dell’ipertensione, e nel monitorare la pressione sanguigna a domicilio, con l’ausilio di un misuratore elettronico validato, seguendo le istruzioni del medico. La terapia non farmacologica può ridurre la pressione sanguigna di circa 5-10 mmHg, e può essere sufficiente per i pazienti con ipertensione lieve o borderline, o per quelli che non possono assumere farmaci. Inoltre, la terapia non farmacologica può potenziare l’efficacia della terapia farmacologica, e può ridurre la necessità di aumentare il dosaggio o il numero di farmaci.

Controllo

Il controllo dell’ipertensione si basa sulla valutazione periodica della pressione sanguigna, della risposta al trattamento, della comparsa di effetti collaterali, della compliance terapeutica e della qualità di vita del paziente. Il controllo dell’ipertensione può essere effettuato dal medico, dal paziente stesso o da un operatore sanitario comunitario, a seconda delle risorse disponibili e delle preferenze del paziente.

Il controllo dell’ipertensione ha lo scopo di verificare se il paziente ha raggiunto il valore target di pressione sanguigna, e se lo mantiene nel tempo. Se il paziente non ha raggiunto il valore target, si può modificare il trattamento, aumentando il dosaggio o il numero di farmaci, o cambiando il tipo di farmaco. Se il paziente ha raggiunto il valore target, si può mantenere il trattamento, monitorando la pressione sanguigna a intervalli regolari, e valutando la necessità di ridurre il dosaggio o il numero di farmaci, in caso di ipotensione o di effetti collaterali.

Il controllo dell’ipertensione ha anche lo scopo di prevenire le complicanze dell’ipertensione, che possono essere acute o croniche. Le complicanze acute sono le emergenze e le urgenze ipertensive, che si manifestano con una pressione sanguigna molto elevata, associata a sintomi o segni di danno agli organi vitali, come il cuore, il cervello, i reni o la retina. Le complicanze acute richiedono un intervento immediato, con farmaci per via endovenosa, per ridurre rapidamente la pressione sanguigna e prevenire danni irreversibili. Le complicanze croniche sono le malattie cardiovascolari, come l’infarto, l’ictus, l’insufficienza cardiaca, l’aneurisma aortico, la malattia periferica arteriosa, la malattia renale cronica e la demenza. Le complicanze croniche richiedono una prevenzione a lungo termine, con farmaci per via orale, per ridurre gradualmente la pressione sanguigna e prevenire eventi fatali o invalidanti.

Allarme ipertensione in Italia, soprattutto tra i giovani

L’ipertensione è un problema sanitario anche in Italia, dove colpisce circa 16 milioni di persone, di cui il 40% non sa di esserlo, il 30% non si cura e il 30% non ha la pressione sanguigna sotto controllo. Questo significa che solo il 10% degli ipertesi italiani ha la pressione sanguigna adeguatamente controllata, e che molti sono esposti a un alto rischio di complicanze.

Tra le categorie più a rischio di ipertensione in Italia ci sono i giovani, che negli ultimi anni hanno registrato un aumento preoccupante della prevalenza e della gravità di questa condizione. Secondo uno studio della Società Italiana di Ipertensione Arteriosa (SIIA), quasi 2 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni soffrono di ipertensione, e il 10% di loro ha valori di pressione sanguigna superiori a 160/100 mmHg, che rappresentano una vera e propria emergenza ipertensiva.

Le cause dell’ipertensione nei giovani sono principalmente legate a uno stile di vita scorretto, che include una dieta sbilanciata, ricca di sale, grassi e zuccheri, una scarsa attività fisica, un eccessivo consumo di alcol, tabacco e droghe, e un elevato livello di stress. Questi fattori, oltre a innalzare la pressione sanguigna, favoriscono anche l’insorgenza di altri fattori di rischio cardiovascolare, come il sovrappeso, l’obesità, il diabete, il colesterolo alto e la sindrome metabolica.

L’ipertensione nei giovani è spesso asintomatica, e quindi sottovalutata o ignorata, ma può avere conseguenze gravi e precoci, come l’infarto, l’ictus, l’insufficienza renale e la disfunzione erettile. Per questo, è fondamentale che i giovani si sottopongano a controlli regolari della pressione sanguigna, e che adottino uno stile di vita sano, seguendo le raccomandazioni dell’OMS e della SIIA.

Conclusione

L’ipertensione è una delle principali cause di morte e di disabilità nel mondo, e richiede un’azione globale e coordinata per ridurne l’impatto. L’OMS ha proposto un piano per combattere il killer globale, basato su quattro pilastri: prevenzione, diagnosi, trattamento e controllo. Il piano si rivolge a tutti i paesi, a tutti i livelli di assistenza sanitaria, e a tutti i soggetti coinvolti, dal medico al paziente, dall’operatore sanitario comunitario al decisore politico.

In Italia, l’ipertensione è un problema diffuso e grave, soprattutto tra i giovani, che sono esposti a un alto rischio di complicanze precoci e gravi. Per questo, è necessario che i giovani si rendano conto dell’importanza di prevenire e curare l’ipertensione, e che seguano uno stile di vita sano, in linea con le indicazioni dell’OMS e della SIIA.

L’ipertensione è una sfida per la salute pubblica, ma anche una opportunità per migliorare la qualità e la durata della vita di milioni di persone. Con un impegno congiunto e una responsabilità individuale, possiamo vincere la battaglia contro il killer globale.

Allarme ipertensione in Italia e nel mondo ultima modifica: 2023-09-27T12:36:54+02:00 da admin La Mia Pressione

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